Racconto di un sogno. 87070 Plataci (CS) Stamati Domenico
Nel sogno io sono con Stefano, ed insieme stiamo passeggiando nel
mezzo di un bosco, parlando di varie cose. Sono molto teso, come
se volessi qualcosa. Stefano decide di fermarci, e dopo esserci
seduti a terra a gambe incrociate, cercando di spiegarmi, mi
dice: Ti regalo 25 secondi di Spirito Santo. In quell'istante
vedo un fumo sottile uscire dalle sue dita, un alito di vento che
pervade tutto il mio essere. Nasce in me una forte
determinazione, come se dovessi fare qualcosa, e adesso,
utilizzando questa possibilità,nessuno avrebbe potuto impedirmelo
Penso tra di me: <<adesso gli faccio vedere io>>. Determinato,
agisco senza capire perchè, e cosa stia succedendo. Voglio fare
quello che devo fare. In un baleno scompaio e non sono più con
Stefano , mi trovo in Cina in mezzo all'aria sopra un grande
palazzo; un castello imperiale. In un attimo sono dentro il mio
castello, che conosco molto bene. Sono invisibile e sto guardando
dentro, e precisamente in una stanza, al centro della quale si
trova in un contenitore di vetro un oggetto prezioso, guardato a
vista da un gruppo di guardie e da una specie di prete cinese,che
girandovi attorno lo guarda e lo riguarda. Quella cosa è mia. Con
questa determinazione mi materializzo vicino all'oggetto e
alzando la scatola di vetro, lo prendo.Tutti rimangono sbigottiti
all'apparizione di quest'uomo; di questa figura snella ed
elegante, dall'aspetto di un principe, con addosso un abito nero
molto simile al vestito del prete, composto da una toga lunga
sopra i pantaloni. Dopo il primo momento di sbigottimento il
prete ed i guardiani si riprendono, ed essendosi accorti che sono
un uomo, tentano di catturarmi. In quel momento tutta la
conoscenza e la forza delle arti marziali è in me, e mi difendo
con vigore facendo arretrare tutti dietro la porta, mentre con
un colpo di pugno faccio crollare un pezzo di parete, bloccando
l'ingresso della stanza. Mi dirigo verso un altra camera dove c'è
un passaggio segreto che io solo conosco, e dopo averlo imboccato
esco all’esterno. Mi ritrovo in piena solitudine fuori dal
cunicolo, che è un buco su una parete rocciosa altissima, mentre
tutto intorno ci sono montagne. Non sono più giovane e snello, ma
una persona anziana, massiccia, forte e con dei peli duri sulla
faccia, sembro un mendicante, un monaco zen. Quest’uomo, i
cui caratteri mostrano con che durezza è stato provato nella
vita, toglie l’oggetto che aveva preso dentro il castello;
ed ecco che questa cosa preziosa diventa una sciarpa, con
cui avvolge la testa per non essere riconosciuto. L’aspetto
è quello di un tozzo mendicante , che nonostante l’età e
la corporatura è ancora estremamente determinato ad iniziare un
nuovo cammino, gli sento dire con grande convinzione: devo
ristabilire l’impero Ming mentre grande pietà e compassione
nasce e si espande in tutto il mio essere.