Racconto di un sogno.
Nel sogno io mi trovo in un grande locale, dove maschi e femmine
lavorano su svariati tavoli. Il grande salone assomiglia alla
redazione di un giornale. Nel centro della stanza, una donna di
bell'aspetto, seduta dietro un tavolo; vantandosi di essere
anglicana, espone critiche, osservazioni e contrabatte le tesi
della gente. Intorno a questa direttrice si muovono altre persone,
che ne condividono le idee e la servono portando appunti.
Volendo intervenire nella discussione, penso di presentarmi
dichiarando la mia fede di cristiano, ma scrutando bene
l'ambiente, mi rendo conto che un'affermazione così precisa
e forte può umiliare tutti.
Allora dico: sono anch'io anglicano! Intanto intuendo le tesi e
le volontà globali, emergenti dalle discussioni e volendo dare il
mio contributo, decido di intervenire senza ragionare o
riflettere, come se tutto fosse scontato. Avevo l'impressione che
quella gente mi avesse chiesto in modo implicito ed inconscio
qualcosa, perchè tra di me pensavo:
Allora è proprio questo che volete?
La mia attenzione inquadra tutta la sala. Io sono seduto dietro
un lungo bancone; alla mia destra un po più in avanti, siede
come osservatore su una sedia senza tavolo, una persona
rassomigliante ad un platacese che conosco; davanti a me, un po
più a sinistra a 5-6 metri circa, la giovane donna è seduta
accanto al suo tavolo, mentre tutt'intorno, ora la gente e muta,
come se non esistesse.
Ed infine nel salone, tutto l'ambiente è poco illuminato, e si
sviluppa di fronte a me in larghezza ed alla mia sinistra in
lunghezza, mentre in fondo ci sono le aperture per la luce.
In quest'inquadratura generale , io stesso osservo le mie azioni,
che mi sono ignote. Ogni mio gesto d'ora in avanti sarà sviluppo
e fonte di meraviglia, essendo nello stesso tempo: azione,
insegnamento e comprensione.
Incomincio a muovermi, e con una mano afferro il candelabro a
sette braccia che si trova al mio fianco. Lo pongo sul bancone
davanti a me, dove c'è già un crocifisso di metallo scuro, che
guarda alla mia sinistra. Una parte di me ha quasi paura, perchè
non sa in che posizione mettere il candelabro di fronte al
crocifisso. ( Mentre stavo alzando il candelabro ero molto
tranquillo e non sapevo che sul tavolo ci sarebbe stato anche il
crocifisso ) Penso: il candelabro deve stare con le sue sette
braccia che guardano tutte il crocifisso, ma mi correggo subito e
con estrema sicurezza lo giro di 90 gradi, perchè mi stia
di fronte. Non sapevo cosa stavo facendo, ora comincio a capire
che è un rituale. Sembra che faccia tutto ciò perchè i presenti
in sala abbiano fede. Ad un tratto e per un breve momento ho
l'impressione di essere in un altro luogo, e al posto del
crocifisso e del candelabro vedo un simbolo sconosciuto,di colore
celeste, che la memoria non mi permette di ricordare con
precisione. Il simbolo dura un attimo, quindi il
crocifisso scompare lasciando sul tavolo due pezzi di metallo
fuso,che osservo con molta apprensione completamente disorientato.
Intanto alla mia sinistra, dietro i vetri della porta che
si trova in fondo al salone, un uomo nudo che guarda verso
l' interno, grida chiedendo aiuto, mentre altri esseri gli
tagliano la carne riempendolo di sfregi orizzontali. Io osservo
e non riesco a capire perchè nessuno fa qualcosa.
Tutti stanno seduti e tranquilli, senza interessarsi di niente e
di nessuno, completamente ciechi od insensibili.
Inconsciamente cerco di comunicare un interesse, ma la situazione
è tale, che quasi non riesco a vedere neanche in me l'emozione,
la forza e l'importanza di aiutare quell'essere sofferente,
che sembra addirittura sorridere mentre chiede aiuto.
Con una sicurezza che non conosco e con una grande sempilicità,
pieno di paura, guardando il punto dove prima c'era il crocifisso
ed ora solo pezzi di metallo fuso e rivolgendomi verso la vetrata
dico: Nel nome di Gesù Christo lasciate quest'uomo! Subito l'uomo
e libero, le forme che lo torturano se ne vanno e quindi scompare
anch'esso.
Una grande paura si manifesta in me ed incomincio ad avere
consapevolezza di ciò che sta accadendo, mentre gli altri
rimangono fermi senza fare niente, come se non esistessero. Mi
rendo conto che quelle forme erano demoniache. Questa convinzione
è confermata dalla formula che avevo pronunciato pocanzi. In un
attimo la dove prima c'era un uomo, ora c'è una donna, arrivata
con tutta la flotta dei suoi torturatori. L'evento straziante si
sta ripetendo, mentre si evidenzia l'insensibilità della gente
presente in sala, incurante ed indifferente.
Io sento addosso il terrore, ed una spinta irrefrenabile a
fuggire, ma fiducioso per ciò che è accaduto prima e perchè non
voglio lasciare la donna in mano a quelle forme demoniache, dico
di nuovo: Nel nome di Gesù Christo lasciate questa donna! Subito
la donna e libera, mentre i torturatori si allontanano, e così
essa scompare. Penso, mi meraviglio e penso. Ma in quest'epoca
non l'abbiamo visto Gesù; non l'abbiamo visto camminare per le
strade a piedi nudi e a fare miracoli. E mentre penso a ciò mi
sembra di vedere il Signore, che cammina per le strade scalzo,
con il suo abito bianco ocra, tendendo le mani verso la gente
tutta ammucchiata ai lati delle strade e sugli scaloni delle case
(Poco prima volevo dire :io sono Christiano; ed ora stavo vivendo
delle espressioni del vangelo, ma non sapevo e non immaginavo
niente di tutto ciò. Avanti che ciò accadesse era come se di Gesù
non ne conoscessi nemmeno l'esistenza, e solo dopo aver visto
il crocifisso e pronunciato il suo nome, è nato in me il ricordo
di Christo.)
Christo. 2000 anni dopo, è ancora, di nuovo e sempre Gesù
Christo, colui il cui solo nome fa scappare i demoni e liberare
gli uomini. Mentre rifletto il terrore è snervante, temo di
pronunciare anche solo con il pensiero il nome di chi poteva
nascondersi dietro le scene precedenti , e che può presentarsi
davanti a quella vetrata. Penso : non ho niente con cui
difendermi, il crocifisso si è fuso e non ho che la parola ed
il nome di Gesù Christo.
Intanto davanti alla finestra è arrivata una terrificante
presenza, una specie di nuvola, stranamente colorata e viva,
si muove emettendo ululati e lamenti. La paura diventa come
una forza che mi spinge a scappare, mentre il male incombe dietro
la vetrata. Non so cosa mi da la forza di resistere, mentre il
mio corpo e la mia mhente sono ormai in preda al terrore.
Quando tutto ciò accade dico: Nel nome di Gesù Christo Va via
Satana!
La forma spaventosa compie dei giri davanti alla vetrata ed
emette suoni infernali, poi se ne va e scompare.
Io mi sveglio all'istante, dopo aver resistito fino a quel
momento, mentre il ricordo della paura perdura ancora per alcuni
minuti.
li 1992 D.C.
87070 Plataci (CS)
Stamati Domenico