dagli scritti di R. Nisbet, G. Butindaro e altri autori
1. È vero che la madre di Gesù ha avuto altri figli?
Si. Questo risulta chiaramente dalla Sacra Scrittura. Riguardo alla nascita di Gesù è scritto:
"Maria, sua madre, era stata promessa sposa a Giuseppe e, prima che fossero venuti a stare insieme, si trovò incinta per opera dello Spirito Santo.
Giuseppe, suo marito, che era uomo giusto e non voleva esporla a infamia, si propose di lasciarla segretamente.
Ma mentre aveva queste cose nell'animo, un angelo del Signore gli apparve in sogno, dicendo: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua moglie; perché ciò che in lei è generato, viene dallo Spirito Santo. Ella partorirà un figlio, e tu gli porrai nome Gesù, perché è lui che salverà il suo popolo dai loro peccati».
Tutto ciò avvenne, affinché si adempisse quello che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «La vergine sarà incinta e partorirà un figlio, al quale sarà posto nome Emmanuele», che tradotto vuol dire: «Dio con noi».
Giuseppe, destatosi dal sonno, fece come l'angelo del Signore gli aveva comandato e prese con sé sua moglie; e non ebbe con lei rapporti coniugali finché ella non ebbe partorito un figlio; e gli pose nome Gesù."
(Matteo 1:18-25)
1) La verginità di Maria prima della nascita di Gesù è insegnata dalla Bibbia. È anche detto che Giuseppe non ebbe relazioni con sua moglie "finché ella non ebbe partorito un figlio" (Matteo 1:25). Riguardo a Gesù, ricordiamo che Maria concepì per intervento dello Spirito Santo quando era ancora vergine, non essendo ancora sposata con Giuseppe (Matteo 1:19,20), secondo la profezia fatta dal profeta Isaia circa sette secoli prima.
2) La Bibbia aggiunge che Maria diede alla luce il suo figlio primogenito (Luca 2:7). Se avesse voluto dire che Gesù è stato figlio unico, avrebbe evidentemente detto: "Maria diede alla luce il suo unigenito figlio", come nel "Credo" Gesù è appunto chiamato figlio unigenito di Dio.
3) Il Nuovo Testamento parla costantemente dei fratelli e delle sorelle di Gesù:
"Mentre Gesù parlava ancora alle turbe, ecco sua madre e i suoi fratelli che, fermatisi fuori, cercavano di parlargli. E uno gli disse: Ecco, tua madre e i tuoi fratelli sono là fuori che cercano di parlarti. Ma egli, rispondendo, disse a colui che gli parlava: Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli? E, stendendo la mano sui suoi discepoli, disse: Ecco mia madre e i miei fratelli. Poiché chiunque avrà fatta la volontà del Padre mio che è nei cieli, esso mi è fratello e sorella e madre" (Matteo 12:46-50).
"Recatosi nella sua patria, Gesù li ammaestrava nella loro sinagoga, talché tutti stupivano e dicevano: Onde ha costui questa sapienza e queste opere potenti? Non è questi il figliuol del falegname? E sua madre non si chiama ella Maria, e i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? e le sue sorelle non sono tutte fra noi?" (Matteo 13:54-56).
"Dopo questo, scese a Capernaum, egli con sua madre, coi suoi fratelli e i suoi discepoli" (Giovanni 2:12).
"Perciò i suoi fratelli gli dissero: Pàrtiti di qua e vattene in Giudea, affinché i tuoi discepoli veggano anch'essi le opere che tu fai... poiché neppure i suoi fratelli credevano in lui... Quando poi i suoi fratelli furon saliti alla festa, allora vi salì anche lui" (Giovanni 7:3, 5, 10).
"Tutti costoro perseveravano di pari consentimento nella preghiera, con le donne, e con Maria, madre di Gesù, e coi fratelli di lui" (Atti 1:14).
Che Giacomo fosse fratello di Gesù, inoltre, è confermato anche dai primissimi scrittori cristiani, oltre agli storici Egesippo (Upomnémata, I secolo d.C.), Flavio Giuseppe (Antichità Giudaiche, I d.C.) ed Eusebio (Storia Ecclesiastica, IV d.C.).
2. Però il Catechismo cattolico obietta che nella Bibbia la parola "fratello" è talvolta adoperata nel senso di "cugino".
Secondo la chiesa cattolica, per fratelli e sorelle si dovrebbe intendere "parenti prossimi" o "cugini", perché in ebraico e aramaico (le due lingue in cui fu scritto l'Antico Testamento e che si parlavano nei luoghi e ai tempi di Gesù) esiste un solo termine per indicare "fratelli" e "cugini" o "parenti".
Ma questa spiegazione non regge. Intanto, l'Antico Testamento sa comunque specificare le parentele, ad esempio dicendo "figlio del fratello", "figlio del figlio" o "figlio dello zio" (Gn 14:12, 45:10; Lv 10:4, 25:49).
Soprattutto, però, il testo originale del Nuovo Testamento non è ebraico o aramaico, bensì greco comune (koiné); e il termine greco usato è adelfòs, che significa "fratello", e non "cugino". Gli autori neotestamentari sanno usare un termine specifico per "parente" (sunghenès: Lc 1:36.58.61, 2:44; Mc 6:4), uno per "cugino" (anepsiòs: Col 4:10) e uno per "fratello" (adelfòs: Mt 14:2; Mc 1:16.19, 3:17, 13:12, ecc.).
L'apostolo Paolo, ebreo che padroneggiava benissimo il greco, usava sunghenès per dire parente (Rm 16:11), anepsiòs per cugino (Col 4:10) e adelfòs per fratello (Gal 1:19 - e in questo caso parla proprio di Giacomo "fratello del Signore").
Quando si tratta dei fratelli di Gesù, insomma, è usato adelfòs: è mai possibile che gli scrittori sacri siano stati così disavveduti, specialmente considerando che – secondo la chiesa cattolica – la dottrina della perpetua verginità di Maria sarebbe cosa fondamentale? Si noti, fra l'altro, che tanti credenti e scrittori cristiani dei primi secoli dopo Cristo non avevano nessun problema a credere nella famiglia di Gesù così come descritta nel Nuovo Testamento.
Dunque, per quello che si riferisce a Gesù, osserviamo:
1) I Vangeli parlano sempre di "fratelli e sorelle" di Gesù, mentre in greco (la lingua in cui i Vangeli sono stati scritti) vi è un termine per indicare fratello (adelfòs) e un altro per indicare cugino (anepsiòs).
2) Che importanza poteva avere l'elenco nominativo dei cugini di Gesù, insieme alla madre?
3) Vi è inoltre l'episodio di Matteo (12), il quale esclude senz'altro che possa trattarsi di cugini. Infatti Gesù viene informato che sua madre e i suoi fratelli sono venuti per cercarlo. Si noti che Marco (3:21) precisa: "I suoi parenti, udito ciò, vennero per impadronirsi di lui, perché dicevano: È fuori di sé". Allora Gesù, addolorato, fa osservare alla folla che vi sono dei legami spirituali che hanno maggior valore che quelli del sangue, e risponde: "Chi è mia madre, e chi sono i miei fratelli? Chiunque avrà fatto la volontà di Dio, mi è fratello, sorella e madre". Allora, secondo la dottrina della chiesa cattolica, Gesù avrebbe voluto dire: "Chi è mia madre, e chi sono i miei cugini? Chiunque avrà fatta la volontà di Dio, mi è cugino, cugina e madre", e così il ragionamento perderebbe tutta la sua forza.
4) Il Vangelo di Giovanni aggiunge che "neppure i suoi fratelli credevano in lui" (7:5). L'evangelista non lo avrebbe sottolineato come motivo di scandalo, se avesse voluto dire che i suoi cugini non credevano in lui!
5) Infine vi è la chiara testimonianza dell'apostolo Paolo, il quale parla del fratello (adelfòs) di Gesù e del cugino (anepsiòs) di Barnaba, dimostrando che egli sapeva benissimo distinguere fra cugini e fratelli:
"Non vidi nessun altro degli apostoli, fuorché Giacomo, il fratello (adelfòn) del Signore" (Galati 1:10). "Vi salutano... Marco, il cugino (anepsiàs) di Barnaba" (Colossesi 4:10).
6) In Matteo 4:18-21 troviamo detto che Simone detto Pietro e Andrea erano fratelli, e si usa il termine adelfòs. Perché i cattolici danno giustamente per scontato che fossero fratelli carnali, e non semplici parenti o cugini? La risposta è molto semplice: perché in questo caso i non c'è alcun interesse di sostenere la perpetua verginità della mamma di Pietro e Andrea!
Gli scrittori del Nuovo Testamento (Pietro, Matteo, Paolo, Marco, ecc.) scrivono in greco e conoscono bene la differenza tra "fratello" (adelfòs) e "cugino" (anepsiòs). Chi ama la lettura può verificare che in vari brani viene usato il termine "fratelli" parlando di persone che erano appunto "fratelli" di Gesù (vedi Matteo 13:55; Marco 6:1-6; Marco 3:31-35; Atti 1:19). Nell'Epistola ai Galati viene menzionato Giacomo, il "fratello del Signore". Quando poi il Vangelo vuole dire "cugino", usa normalmente il corrispondente termine greco (anepsiòs). Così, ad esempio, leggiamo: "Vi salutano Aristarco... e Marco, il cugino di Barnaba" (Colossesi 4:10).
Il Nuovo Testamento, ispirato da Dio, parla senza scandalo di fratelli e sorelle di Cristo Gesù. Invece di cercare di adattare il testo biblico ai dogmi che sono stati decretati dagli uomini secoli dopo la scrittura del Vangelo, bisognerebbe correggere le decisioni umane alla luce del dato biblico puro e semplice. Diciamo questo non per spirito polemico, ma solo constatando fatti che per il Vangelo sono piani e semplici.
3. Qual è il motivo che spiega il sorgere e lo sviluppo della credenza nella perpetua verginità di Maria?
La credenza nella perpetua verginità di Maria sorge insieme al manifestarsi dell'ascetismo. Giovanni Miegge scrive: "All'improvviso dilagare delle idealità ascetiche" (che sono filosofie di origine pagana), "e dei tentativi di attuarle, sia in solitudine, sia nelle comunità monastiche, si associa, come è facile presumere, una insolita fervida celebrazione della perpetua verginità di Maria. Agli asceti di ambo i sessi, la Vergine Madre di Gesù offriva il modello ideale, - l'immagine ispiratrice, al tempo stesso stimolo e conforto nelle allucinanti veglie e negli sforzi tormentosi dell'autodisciplina della continenza" (da: Miegge, La Vergine Maria, Torre Pellice, Ed. Claudiana, 1959, p. 51).
Ricapitolando, è falso che Maria sia rimasta vergine dopo il parto perché la Scrittura afferma che Giuseppe "prese con sé sua moglie; e non la conobbe finch’ella non ebbe partorito il suo figlio primogenito, e gli pose nome Gesù" (Matt. 1:24,25). Questo significa che Giuseppe, dopo che Maria partorì Gesù, conobbe sua moglie. Non solo Giuseppe la conobbe ma ebbe anche dei figli da lei, perché Gesù aveva dei fratelli e delle sorelle. Queste Scritture confermano che Maria concepì e partorì altri figli dopo Gesù: Luca 2:7, Marco 6:1-3, 3:31, Giovanni 7:5, Atti 1:14, 1 Corinzi 9:5, Galati 1:18,19.
Inoltre, nei Salmi è detto profeticamente a proposito di Cristo: "Io sono divenuto... un forestiero ai figliuoli di mia madre" (Sal. 69:8). La Bibbia, oltre ad aver preannunciato le modalità precise della nascita di Cristo, aveva anche preannunciato che la vergine che avrebbe concepito e partorito il Cristo non sarebbe rimasta per sempre vergine perché avrebbe avuto altri figli.
La Parola di Dio è chiara quindi a tale riguardo. Quando Maria era vergine e non era ancora sposata con Giuseppe, fu scelta da Dio per dare alla luce Gesù in quanto uomo. Egli ebbe dei fratelli e delle sorelle nati dall'unione di Maria con suo marito Giuseppe.
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Mi sia concesso esprimere il mio punto di vista:
Per la grazia a me concessa, del dono della ragione, non posso fare a meno di testimoniare ciò che penso e di cui sono convinto, altrimenti sarebbe come negare ciò che sono e la mia stessa essenza.
Devo dire che questa è l'umanità di oggi.
2000 anni dopo Christo, ancora non si ha il coraggio di dire che la madre di Gesù ha avuto un normale rapporto sessuale con un uomo di sesso maschile, oppure dovremo pensare che ha fatto la fecondazione artificiale, ma in ogni caso non possiamo mettere in dubbio la partecipazione degli spermatozoi.
Se poi vogliamo dire che è stato portato dalla cicogna, stiamo chiaramente raccontando una favola.
Possiamo comunque osservare il potere incantatore di una simile sciocchezza, che agisce su miliardi di persone.
Voglio dire, se ancora non fosse chiaro, che Maria non era vergine neanche prima del parto, poichè se ha avuto Gesù vuol dire che aveva già avuto rapporti sessuali, se poi li ha avuti con Giuseppe o un altro uomo, questo dovrebbero dircelo coloro che conoscono i fatti.
Io so di non sapere tante cose, ma dico che tutti questi scrittori e oratori sanno molto poco di Dio se pensano e ragionano dichiarando simili fandonie.
(Domenico Stamati)
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I seguenti brani della Bibbia sono stati scelti da Stefano
Matteo 16:3 E la mattina dite: Oggi sarà tempesta, perciocchè il cielo tutto mesto rosseggia. Ipocriti, ben sapete discernere l'aspetto del cielo, e non potete discernere i segni de' tempi!
1Corinzi 12:9 e ad un altro fede, nel medesimo Spirito; e ad un altro doni delle guarigioni, per lo medesimo Spirito; e ad un altro l'operar potenti operazioni; e ad un altro profezia; e ad un altro discernere gli spiriti;
Ebrei 5:14 Ma il cibo sodo è per i compiuti, i quali, per l'abitudine, hanno i sensi esercitati a discernere il bene ed il male.
Matteo 5:18 Perciocchè, io vi dico in verità, che, finchè sia passato il cielo e la terra, non pure un iota, od una punta della legge trapasserà, che ogni cosa non sia fatta.
Giovanni 8:45 Ma, quant'è a me, perciocchè io dico la verità, voi non mi credete.
Giovanni 17:17 Santificali nella tua verità; la tua parola è verità.
Luca 8:17 Poichè non v'è nulla di nascosto, che non abbia a farsi manifesto; nè di segreto, che non abbia a sapersi, ed a venire in palese.
Matteo 4:7 Gesù gli rispose: «Sta scritto anche:
Non tentare il Signore Dio tuo».
Luca 4:4 Gesù gli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l'uomo».
Matteo 10:26 Non li temiate adunque; poichè niente è nascosto, che non abbia ad essere scoperto; nè occulto, che non abbia a venire a notizia.
Matteo 4:4 Ma egli rispose: «Sta scritto:
Non di solo pane vivrà l'uomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio».
Matteo 13:55 Non è egli forse il figlio del carpentiere? Sua madre non si chiama Maria e i suoi fratelli Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda?
LA STORIA DOPO CRISTO
Dopo la crocifissione di Gesù Cristo, il suo diretto successore non fu Pietro come molti pensano, bensì il fratello minore Giacomo, primo vescovo di Gerusalemme.
Se fino ad oggi ciò non è stato reso pubblico lo si deve alla Chiesa. La Chiesa è sempre stata dispensatrice delle “verità” della cultura occidentale, ma con il graduale emergere di prove incontrovertibili si è vista costretta a veder minata la secolare pretesa di infallibilità del papato.
Il ruolo di Giacomo, fratello di Gesù, ha rappresentato e rappresenta sempre una minaccia agli occhi della Chiesa cattolica romana, ed essa fin dalle sue origini ha manipolato la storia tacendo i fatti relativi a questa figura estremamente importante.
Ma andiamo per ordine. Giacomo, noto come “il Giusto”, dopo la morte del fratello crocifisso, fu suo successore, offrendo una guida sia alla comunità nota come Chiesa di Gerusalemme sia agli ebrei della Diaspora (la dispersione degli ebrei nel mondo), tra cui, per esempio, le comunità stanziate ad Efeso, in Turchia, ad Alessandria e a Roma stessa.
Vescovo di Gerusalemme, Giacomo il Giusto era stato nominato dagli zeloti capo ufficiale del Tempio, in opposizione ai sommi sacerdoti sadducei o betusiani, favorevoli a Roma.
Il suo ruolo, legato al movimento nazoreo, fu ed è riconosciuto anche dai teologi cristiani che lo hanno definito il primo mebbaker o vescovo di Gerusalemme.
E’ risaputo che costui indossava una mitra o mitria episcopale, un copricapo derivato dalla corona di Amon- Ri’e, dio creatore della città di Tebe, da cui l’ebraismo derivò le sue principali dottrine religiose. Il geroglifico egiziano del dio creatore Amon-Ri’e. |
Ma qual è l’episodio che fa di Giacomo tale personaggio carismatico e amato dalla sua gente? C’è un fatto molto importante che porterà alla sua morte.
Nei capitoli che vanno dal 66 al 70 delle Clementine recognitiones si legge del discorso pubblico tenuto da Giacomo presso il Tempio sulle dottrine del fratello Gesù, e delle sue risposte ad alcune domande postegli dai famosi rabbini Gamaliele e Caifa.
L’eloquenza e la logica di Giacomo stavano per conquistare la piena approvazione dell’uditorio quando un nemico (in cui molti studiosi riconoscono S. Paolo e su cui torneremo più avanti) provocò un gran trambusto.
Fu in quel momento che Anania, colui che aveva convocato il Sinedrio accusando Giacomo di aver infranto la Legge, gli pose una domanda che doveva probabilmente racchiudere un segreto conosciuto solo da Giacomo e che nessun studioso ha ancora capito:
“Giusto, a cui tutti noi dobbiamo obbedienza…. Dicci qual è la porta di Gesù” (Sha’ar- Yeoshu’ah in aramaico).
Secondo quanto dice Eusebio, storico ecclesiastico del III° secolo d. C., Giacomo, deciso a non esporre le proprie convinzioni a quegli ebrei da lui considerati inferiori, replicò un’affermazione che alle orecchie dei suoi inquisitori risultò del tutto offensiva.
Essi allora presero il vescovo e lo gettarono giù dalle mura del Tempio, lo lapidarono e uno di loro, uno della folla, preso il legno con cui batteva i panni, lo colpì alla testa uccidendolo. Era l’anno 62 d. C.
Il mistero più grande comunque è: perché non ci sono rimaste prove documentate sulla Chiesa di Gerusalemme? E perché Giacomo non ha avuto, nella storia e nella religione cristiana, la stessa importanza data a Pietro e a Paolo, visto che il primo leader della comunità ebraica è stato lui, dopo Gesù Cristo?
Matteo 27:57 ° Venuta la sera giunse un uomo ricco di Arimatèa, chiamato Giuseppe, il quale era diventato anche lui discepolo di Gesù. 58Egli andò da Pilato e gli chiese il corpo di Gesù. Allora Pilato ordinò che gli fosse consegnato. 59Giuseppe, preso il corpo di Gesù, lo avvolse in un candido lenzuolo 60e lo depose nella sua tomba nuova, che si era fatta scavare nella roccia; rotolata poi una gran pietra sulla porta del sepolcro, se ne andò. 61Erano lì, davanti al sepolcro, Maria di Màgdala e l'altra Maria.