CASTROREGIO
PLATACI
Praefatio - [Libri II Retractationum cap. 43]
Epistula 212/A

Liber primus
An temporum calamitates Dei providentia regantur

Liber secundus
Plurimum deorum cultus mores pravos efficit

Liber tertius
Romanorum res gestae iudicio percurruntur

Liber quartus
Nihil multi dii potuerunt ad augendum imperium

Liber quintus
Utrum rerum gestarum ratio sit an non

Liber sextus
Nihil dii possunt ad veram felicitatem

Liber septimus
Physicorum ratione de diis selectis nihil quod ad veram felicitatem pertineat continetur

Liber octavus
Christi et romanorum religio ad philosophorum sapientia conferuntur

Liber nonus
In Christi et philosophorum doctrina opus mediatoris disseritur

Liber decimus
Quae aeternae vitae sit religio

Liber undecimus
Mundum et angelos Deus in tempore creavit

Liber duodecimus
Deus bonos angelos et semel in tempore hominem creavit

Liber decimus tertius
Redemptus homo in vitam aeternam restituitur

Liber decimus quartus
Ex moribus hominis post peccatum duae civitates

Liber decimus quintus
Duarum civitatum a Cain et Abel ad diluvium qui fuerit excursus

Liber decimus sextus
Civitatis Dei quae fuerint primordia historica a Noe ad David

Liber decimus septimus
Quae fuerit civitas Dei tempore Prophetaru

Liber decimus octavus
Duae civitates comparantur in procursu rerum gestarum

Liber decimus nonus
Bonorum finis est pax in Deo

Liber vigesimus
Quae ventura sint in iudicio novissimo

Liber vigesimus primus
Quod erit novissimum supplicium

Liber vigesimus secundus
Quae sit carnis resurrectio et vita aeterna

DE CIVITATE DEI CONTRA PAGANOS LIBRI XXII
S. Aurelii Augustini OPERA OMNIA - editio latina > PL 41 > De Civitate Dei contra Paganos libri XXII
http://www.augustinus.it/italiano/confessioni/index2.htm

  • Sant'Agostino, nelle Confessioni, si domanda:
    "La mia infanzia ha forse seguito un'altra mia età, morta prima di essa? Forse quella che ho vissuto nel ventre di mia madre? ... E ancora, prima di quella vita, o Dio della mia gioia, io esistevo già in qualche altro luogo o altro corpo?."

    Il suo contemporaneo San Girolamo (347-420 d.C.), vissuto per anni in Oriente, sosteneva la dottrina delle vite ripetute e si preoccupava che la gente non la capisse:
    "Non conviene si parli troppo delle rinascite, perché le masse non sono in grado di comprendere."

    San Giustino, martirizzato verso il 165 d.C., si era interessato sia alla reincarnazione che alla metempsicosi:
    "L'anima abita più di una volta in corpi umani, ma se si sono rese indegne di vedere Dio in seguito alle loro azioni durante incarnazioni terrestri, riprendono corpo in animali inferiori."
     

  • Soprattutto Origene, uno dei massimi Padri della Chiesa, affrontò la questione:
    "Le anime che richiedono i corpi si vestono di essi e, quando queste anime cadute si sono elevate a cose migliori, i loro corpi si annientano ancora una volta. Così le anime svaniscono e riappaiono continuamente."

  • La Chiesa condannò la reincarnazione durante il Concilio indetto dall'imperatore Giustiniano nel 553 d.C.
    Venne cancellata la dottrina e vennero condannati gli scritti sulla reincarnazione (qualcuno aggiunge che all'epoca fossero già inclusi nel breviario).
    E' importante inoltre ricordare che la decisione conciliare venne presa senza il consenso del papa d'allora, Vigilio, il quale, anche se ritrovava a Costantinopoli, non partecipò alla seduta.
    Alcuni studiosi affermano che Giustiniano fu indotto a prendere questa decisione dalla moglie Teodora da lui considerata la sua migliore consigliera.
    Altri ritengono che la bolla Giustiniana fu favorita anche dal fatto che nel 537 la Chiesa era divisa da numerose controversie ed eresie.
    Chi giudica veritiero che i primi cristiani credessero nella reincarnazione non esclude che nella sentenza di condanna, che fu pronunciata con il consiglio di Costantinopoli, influirono in modo determinante considerazioni di carattere politico-sociale-economico che nulla avevano a che fare con la spiritualità.