- La coscienza dell'umanità è suprema su tutti i governi:
essi devono esserne interpreti, o non sono legittimi. - L'educazione è il pane dell'anima. - Non bisogna abolire la proprietà perché oggi è di pochi; bisogna aprire la via perché i molti possano acquistarla. - Le parole de' sommi, quanto più riescono oscure, più covano il germe d'una profonda ed utile verità. Il genio passa rapido attraverso le razze viventi, e s'interna ne' misteri dell'universo; ma ad esso un solo sguardo discopre alte cose: le leggi, che regolano la vita delle nazioni, si rivelano all'uomo entro cui vive questo istinto sublime: il passato e il presente s'interpretano l'un l'altro nella sua mente, ed egli ne trae sovente il futuro, perché il genio è profeta. |
- Secondo l'uso linguistico attuale, un grande uomo non ha bisogno di essere né buono né nobile - mi ricordo un solo esempio di un uomo di questo secolo che abbia ricevuto tutti e tre questi predicati, e perfino dai suoi nemici: Mazzini.
(Friedrich Nietzsche) - Ebbi a lottare con il più grande dei soldati, Napoleone. Giunsi a mettere d'accordo tra loro imperatori, re e papi. Nessuno mi dette maggiori fastidi di un brigante italiano: magro, pallido, cencioso, ma eloquente come la tempesta, ardente come un apostolo, astuto come un ladro, disinvolto come un commediante, infaticabile come un innamorato, il quale ha nome: Giuseppe Mazzini. |
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«Dio esiste. Noi non dobbiamo né vogliamo provarvelo: tentarlo, ci sembrerebbe bestemmia, come negarlo, follia. Dio esiste, perché noi esistiamo»
«l'universo lo manifesta con l'ordine, con l'armonia, con l'intelligenza dei suoi moti e delle sue leggi» I studiosi commentano:...... Esaurito il compito del Cristianesimo, chiusasi l'era della Rivoluzione francese ora occorreva che i popoli prendessero l'iniziativa per «procedere concordi verso la meta fissata al progresso umano».[54] Ogni singolo individuo, come la collettività, tutti devono attuare la missione che Dio ha loro affidato e che attraverso la formazione ed educazione del popolo stesso, reso consapevole della sua missione, si realizzerà attraverso due fasi: Patria e Umanità..... Senza una patria libera nessun popolo può realizzarsi né compiere la missione che Dio gli ha affidato; il secondo obiettivo sarà l'Umanità che si realizzerà nell'associazione dei liberi popoli sulla base della comune civiltà europea attraverso quello che Mazzini chiama il banchetto delle Nazioni sorelle. In realtà Mazzini rifiuta non solo l'ateismo (è questa una delle divisioni ideologico-teoriche che egli ebbe con altri repubblicani come Pisacane[44]) e il materialismo («...L'ateismo, il materialismo non hanno, sopprimendo Dio, una legge morale superiore per tutti e sorgente del Dovere per tutti...» [45]), ma anche il trascendente, in favore dell'immanente: egli crede nella reincarnazione [46], per poter migliorare di continuo il mondo e migliorare sé stessi. Una concezione questa tratta probabilmente da Platone o dalle religioni orientali come l'induismo e il buddismo, religioni alle quali Mazzini si era interessato.[47] Mazzini ebbe grande interesse per Gioacchino da Fiore tanto da volergli dedicare un trattato rimasto inedito Joachino, appunti per uno studio storico sull'abate Gioacchino[50], che considerava un suo precursore per gli ideali sociali e politici da realizzare tramite un'unità spirituale e storica. Mazzini criticava i socialisti per il proclamato internazionalismo dei loro tempi, venato di anarchismo e di forte negazionismo, per l'attenzione da essi rivolta verso gli interessi di una sola classe: il proletariato; inoltre egli definiva arbitrario e impossibile a pretendere l'abolizione della proprietà privata: così si sarebbe dato un colpo mortale all'economia che non avrebbe premiato più i migliori. Ma la critica maggiore era rivolta contro il rischio che le ideologie socialiste estremistiche portassero a un totalitarismo: egli previde con lungimiranza quello che avverrà con la Rivoluzione d'ottobre del 1917 in Russia, cioè la formazione di una nuova classe di padroni politici e lo schiacciamento dell'individuo nella macchina industriale del socialismo reale. Da queste critiche ne venne la valutazione negativa di Mazzini sulla rivolta che portò alla Comune di Parigi (1871). Mentre per Marx (ma anche per Bakunin) quello della Comune era stato un primo tentativo di distruggere lo stato accentratore borghese realizzando dal basso un nuovo tipo di stato, Mazzini, legato al concetto di Stato-nazione romantico, invece criticò la Comune vedendo in essa la fine della nazione, la minaccia di uno smembramento della Francia. Per salvaguardare l'economia e allo stesso tempo per tutelare i più poveri, Mazzini punta su una forma di lavoro cooperativo: l'operaio dovrà guardare oltre una lotta basata solo sul salario ma promuovere spazi via via crescenti di economia sociale con elementi di «piena responsabilità e proprietà sull'impresa». Mazzini puntava sul superamento in senso sociale e democratico del capitalismo imprenditoriale classico, anticipando in questo sia le teorie distribuzioniste, sia le teorie che esaltano il valore dell'associazione fra i produttori. « Non bisogna abolire la proprietà perché oggi è di pochi; bisogna aprire la via perché i molti possano acquistarla. Bisogna richiamarla al principio che la renda legittima, facendo sì che solo il lavoro possa produrla. Ho detto più assai che la Patria. La Patria sacra in oggi, sparirà forse un giorno quando ogni uomo rifletterà nella propria coscienza la legge morale dell'umanità; la Famiglia durerà quanto l'uomo. Essa è la culla dell'umanità. Come ogni elemento della vita umana, essa deve essere aperta al Progresso, migliorare d'epoca in epoca le sue tendenze, le sue aspirazioni; ma nessuno potrà cancellarla. (cap. VI) Parenti, sorelle e fratelli, sposa, figli, siano per voi come rami collocati in ordine diverso sulla stessa pianta. Santificate la Famiglia nell'unità dell'amore. Fatene come un Tempio dal quale possiate congiunti sacrificare alla Patria. Io non so se sarete felici; ma che così facendo, anche di mezzo alle possibili avversità, sorgerà per voi un senso di pace serena, un riposo di tranquilla coscienza, che vi darà forza contro ogni prova, e vi terrà schiuso un raggio azzurro di cielo in ogni tempesta. (cap. VI) |
Osservazioni di Stamati Domenico Basile :
Da quello che mi è parso di intuire, prima dei fratelli Rosselli, la censura aveva coperto avvenimenti storici importanti sul Risorgimento e in particolare, tutti avevano taciuto su molti fatti riguardanti le vicissitudini di Giuseppe Mazzini e dei suoi oppositori e nemici. Nello Rosselli rivela la storia che <<anche dopo il suo assassinio>> non è mai stata insegnata nelle scuole e nelle università italiane (e probabilmente anche in quelle straniere). Mi domando se era ed è utile, nelle scuole, divulgare la storia del 1800 e la vicenda Mazziniana ? Cosa ha generato quest'ignoranza e cosa genera ancora oggi la sua sottovalutazione ? Cosa si sta inculcando agli studenti e alle persone di questo pianeta ? - Moniti storici : |
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Brani tratti da : ......... - Nello Rosselli - qui il --> testo intero
Mazzini e Bakunin Tutti sanno che l'Associazione internazionale dei lavoratori venne fondata a Londra, il 28 settembre 1864, in un meeting di democratici e di operai appartenenti a vari paesi d'Europa. Meno noti sono i rapporti che, nei primi tempi, corsero tra di essa e Mazzini. .............................. Nell'autunno 1864, compiendo un breve viaggio in Inghilterra, Bakunin s'incontra a Londra con Carlo Marx. I due uomini sono divisi oltre che da divergenti vedute e opposti temperamenti, da acri questioni personali; ma finiscono con l'intendersi per la lotta contro Mazzini in Italia e, in generale, per la diffusione della neonata Internazionale. ..................... Sui primi di novembre il russo è di ritorno fra noi. Ha anche ricevuto l'incarico di consegnare a Garibaldi l'indirizzo inaugurale dell'Internazionale. A Genova gli è facile introdursi nell'elemento operaio grazie a un biglietto di Mazzini a Federico Campanella: «Di' a Mosto che andrà a cercarlo un amico mio russo con la moglie: che mi preme sia ben accolto dai nostri; che lo faccia conoscere ai coniugi Sacchi e Casaccia per gli operai... Starà pochissimo in Genova. Questo russo ti darà una prima lettera russa, in francese. È lavoro interessante assai». Bakunin si serve dunque di Mazzini per iniziare i suoi contatti con l'elemento operaio, quando già a Londra ha concordato con Marx l'azione antimazziniana! .................... In un altro scritto, Bakunin cosí chiarisce gli scopi della Fratellanza: «Bakunin, con alcuni amici italiani, fondò un'alleanza segreta soprattutto come mezzo per combattere l'Alleanza repubblicana, che Mazzini aveva fondato poco innanzi con una tendenza teologica e un fine puramente politico». La Fratellanza fu insomma «creata come affermazione del socialismo in contrapposto al dogmatismo religioso politico di Mazzini». ............... Lo confessa Andrea Giannelli, ma aggiunge: «fu cosa minima». Si rammenti però che Giannelli scrive parecchi anni dopo, quando non doveva essere piacevole per un mazziniano ammettere che alcuni tra i piú influenti del partito, e Mazzini stesso, s'eran lasciati ingannare da Bakunin e lo avevano aiutato a creare un organo volto, in sostanza, a combattere il mazzinianismo. Anche il Giannelli, del resto, «pur disputando continuamente con lui», rimase «suo personale amico». .................... Gli scarsi successi incontrati nell'ambiente democratico italiano impressionarono assai pessimisticamente Bakunin sugli uomini del partito d'azione. Questo pessimismo si mantiene per tutto il 1865 e il 1866: la nostra democrazia non è buona che a parole; in pratica impotente, supinamente asservita non alle idee ma alle persone dei suoi campioni: Mazzini e Garibaldi. ............ Ecco quel che -Bakunin -scrive nel -1870 ..................... Il patriottismo è un veleno, che Mazzini e Garibaldi hanno inoculato negli operai italiani: i quali «sono schiacciati sotto il peso di un lavoro che basta appena a nutrire loro, le loro donne, i loro fanciulli, maltrattati, malmenati, morenti di fame, e spinti, diretti, lasciandosi trascinare ciecamente dalla loro borghesia radicale e liberale, parlano di marciare su Roma, come se dal Colosseo e dal Vaticano possano venir loro la libertà, il riposo e il pane... Queste preoccupazioni esclusivamente politiche e patriottiche sono molto generose, senza dubbio, da parte loro. Ma bisogna anche confessare che sono molto stupide». – Il veleno del patriottismo borghese non è penetrato invece nelle masse agricole, sí che queste serbano intatto l'istinto rivoluzionario: «Sotto il rapporto della rivoluzione sociale, si può dire che le campagne d'Italia sono anche piú avanzate delle città». ............. Il governo non si rendeva conto dell'incipiente movimento socialista. Mazzini invece cominciava a rendersene conto e non voleva si nominasse neppure il socialismo. «Non esprimeva che un desiderio – scriveva il 24 settembre al Campanella, alludendo a certi articoli pubblicati sul Dovere» – s'evitasse un nome, socialismo, che per consenso di tutti ha un valore di sistema e di sistemi, che dànno una soluzione falsa del problema e allarma tutta una classe numerosissima senza pro'». Il movimento operaio doveva seguire i binari sui quali Mazzini lo aveva instradato. Fuor di quelli era l'errore. .................... Mazzini, informato di tutto ciò, avrebbe dunque dovuto non soltanto non tacere del socialismo, ma affrontarlo in pieno, e impegnare fin d'allora la sua battaglia per tentare di arginarne i progressi. Ma la rinnovata attività politica assorbí tutta la sua attenzione. .......................... Il distacco da Mazzini e Garibaldi si fa intanto sempre piú netto, aperto. Discorrendo di un suo proprio articolo, il 7 maggio 1867, Bakunin scrive: «È la confutazione completa di Mazzini e Garibaldi... con tutta la discrezione e la stima dovute ai due celebri italiani i quali, in questo momento, sono diventati veramente funesti al loro paese». ................... L'attività di Bakunin era dunque riuscita a qualcosa. Maturato definitivamente il suo pensiero sociale, egli aveva esercitato una decisiva influenza su un nucleo di giovani, alcuni dei quali ormai avrebbero seguito la sua guida, anche quando egli non fosse piú stato materialmente vicino a loro; aveva fondato una società segreta che si era diffusa in tutti i paesi d'Europa; aveva dato vita a un circolo e a un giornale che rappresentavano una corrente di idee nuova e spregiudicata immessa nell'ambiente un po' rinchiuso della democrazia italiana; aveva, infine, impostato la lotta contro Mazzini e capito Garibaldi. |
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