- il principio di corrispondenza -

- esempio 3

analisi e commenti ad articoli della COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA


Penso che oggi tutti noi siamo più consapevoli della nostra vita e di ciò che ci accade e, inoltre, molte persone molto probabilmente sono anche capaci di abbattere falsi miti e subdole illusioni.


Rendiamo dunque grazie a Dio che irrompe nell'oscurità e nelle nostre vite e ci aiuta a correggerci dagli errori più temibili.

Nel rispetto del libero reciproco arbitrio condivido questo studio con chiunque lo voglia e invito anche altri a sviluppare ulteriori analisi, correzioni e soluzioni.

Se io ho compreso tutte queste cose, penso che anche gli altri abitanti di questo pianeta possono fare altrettanto. Quindi prima riusciremo a correggerci, prima miglioreremo la nostra condizione e prima inizieremo a stare meglio.

In questa semplice pagina ho cercato di sviluppare uno studio personale su alcuni punti della Costituzione Italiana.

Questo piccolo lavoro consiste in una semplice analisi delle informazioni da me raccolte negli ultimi 35 anni e nella loro successiva elaborazione.

Ho cercato, quindi, di svolgere un esame attento in relazione a ciò che sta scritto sulla carta costituzionale e ciò che è avvenuto nella vita quotidiana in Italia.

Dopo aver sottoposto tutti i dati a mia disposizione alla luce del principio di corrispondenza e dopo aver compreso alcuni concetti importanti sono giunto alle seguenti conclusioni:

1 ) - Bisogna serenamente ed onestamente ammettere che la Costituzione Italiana è incompleta ed è sbagliata, in particolare, su
        alcuni precisi punti.

2) - Sono stati confusi compiti, principi e valori e sono stati forzatamente ed impropriamente collegati concetti, fra di loro,
        estremamente differenti.

3) - Diverse norme della Costituzione sono espressioni generiche e spesso contraddittorie.

4) - Le norme così scritte hanno generato confusione e hanno indotto il popolo italiano a interpretazioni contrapposte.

5) - Tutti i concetti contraddittori, <<male esposti>> e tutte le malsane interpretazioni sono state spesso usate per costruire e
       giustificare un'imposizione generale e indiscriminata sulle persone e sui loro beni.

6) - l'imposizione della finanza funzionale per il perseguimento degli interessi comuni, di fatto,
        non ha prodotto alcun risultato rilevante, solidale, eguale;
        non ha portato ad alcuna ridistribuzione della ricchezza o ad alcuna ripartizione dei carichi pubblici;
        non ha soddisfatto alla necessità di agevolazioni o esenzioni utili, necessarie e sufficienti.

7) - L'imposizione della finanza funzionale e il conseguente potere indiscriminato che è stato conferito ad ogni singolo
        funzionario, di ogni singolo ente, hanno prodotto un mostro che ha calpestato la regola di base del rispetto reciproco, che
        recita testualmente:

                               Nessun uomo deve essere posto dalla legge in condizioni di inferiorità rispetto ad ogni altro uomo.

8) - gli interessi comuni, la solidarietà, l'eguaglianza, la ridistribuzione della ricchezza,
        la ridistribuzione del carico pubblico, le agevolazioni e le esenzioni,
        sono diventate e sono rimaste solo espressioni immaginifiche.

Tutto ciò, a mio avviso, è avvenuto perchè ancora non si sono capiti i seguenti concetti :

A) - Uno Stato, una Nazione si fonda su valori e principi <<Verità-Giustizia-Libertà-Dovere-Diritto>> che condividono tutti
        quelli che vi partecipano e non su semplici compiti.

B) - Il compito di ogni Stato civile od Nazione è quello di produrre lavoro nel rispetto della dignità ed bioetica di ogni individuo.
        Il lavoro senza principi e senza valori è letteralmente una bestia senza testa.
        Invito, pertanto, ognuno a riflettere e a bene comprendere, cogliendo contestualmente l'occasione per inserire due semplici
        espressioni chiarificative e illuminanti:
                               - E' forse una cosa buona fondare uno Stato sul lavoro degli schiavi ?
                               - il motto posto all'ingresso di numerosi campi di concentramento nazisti durante la seconda guerra mondiale era :
                                  "Il lavoro rende liberi"

In conseguenza di ciò che ho compreso, penso che i primi articoli della costituzione, dovrebbero essere cambiati e dovrebbero
essere scritti con qualcosa di simile :

 Art 1 - L'Italia è uno Stato democratico fondato sui seguenti principi e valori :
                                                                                                                                  << Verità-Giustizia-Libertà-Dovere-Diritto>>.

 Art 2 - Lo Stato riconosce e garantisce i diritti e i doveri inviolabili dell'uomo (maschio e femmina) sia come singolo, sia nella
              famiglia, sia all'interno delle formazioni sociali dove si svolge la sua personalità, contemporaneamente promuove, sviluppa e
              garantisce in << verità-giustizia-libertà>> con atti concreti, in tutti i luoghi, l'istruzione, l'educazione, la formazione,
              affinchè ognuno possa imparare bene a discernere, scegliere e divenire pienamente responsabile delle proprie azioni e della
              propria vita, in perfetta<<umiltà-castità-dignità>>, nella saggezza e misericordia celeste.

E così via dicendo.

  

     Questi sono i primi due articoli dell'attuale Costituzione Italiana. Invito ognuno a fare il confronto.
     Art. 1.
     L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
     La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
     Art. 2.
     La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la
     sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
     Art. 53.
     Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.
     Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.



A mio avviso, senza sbagliare di molto, da tutte queste riflessioni emerge che:
   - I costituenti, quando elaborarono la Costituzione Italiana (1945-1948) non erano in grado di affrontare tale tema:
   - non sapevano risolvere i problemi inerenti alla Costituzione di uno Stato.
   - Non comprendevano la portata dei loro articoli.
   - Non avevano studiato i grandi pensatori e i grandi statisti del passato.
   - Non furono in grado di fare meglio dei loro predecessori.
   - Erano a piedi scalzi, in una condizione di odio, rivalsa, ignoranza, paura, dove prevaleva la cosa più banale;
      parlare alla pancia del paese e caricare la costruzione dell'intera impalcatura sulle spalle del lavoro delle persone basandolo tutto
      sul proprio modo di vedere la società con una indiscriminata imposizione della finanza funzionale e della finanza tributaria <<senza
      pensare agli altri ideali>>.

Tutto lascia presupporre, che, come probabilmente, spesso avviene in casi simili, in quel tempo ed in quel momento ebbero visibilità solo pochi individui, mentre altre persone capaci vennero ignorate ed escluse dalla partecipazione, in caso contrario si dovrebbe ipotizzare, che tutto quello che è uscito dalla carta costituzionale è, ed era, tutto ciò che gli italiani erano e avevano nel 1948.


Tutti questi atti e tutti i concetti enunciati nella carta costituzionale hanno dato successivamente luogo a controverse interpretazioni, che a tutt'oggi continuano ancora a pesare sulla vita di tutti gli italiani.

Si sa, perchè tutti lo dicono, che il concetto di <<capacità contributiva>> trattato nell'art. 53 della Costituzione Italiana è stato considerato una <<scatola vuota>> dagli economisti.

Si sa, anche, che fu considerato una norma di non immediata applicazione.
Si sa comunque, che sentenze successive alla sua emanazione hanno stabilito che rientra tra le norme costituzionali prioritarie e quindi con capacità di determinare la validità o l'invalidità di leggi che regolano la contribuzione dei cittadini.

Sottolineiamo che la capacità contributiva è nozione anzitutto economica.

Si sa, quindi che anche nel 1947 i costituenti non furono in grado di prevenire con qualche norma la possibilità che gli individui potessero <<complicarsi la vita>> e potessero essere indotti in schiavitù, come avveniva in precedenza a tutti coloro che possedevano solo <<un minimo necessario al soddisfacimento delle esigenze inderogabili della vita>>.

Secondo un espressione generalizzata la contribuzione obbligatoria ritrae la propria giustificazione dall'idea che il suo assolvimento soddisfi le esigenze non individualistiche ma sociali della collettività.

Si dice che anche questa obbligazione non si adempie perchè si riceve, ma si adempie perchè si partecipa come membri di una comunità organizzata in qualità di corresponsabili delle sue esigenze e della sua sopravvivenza.

Così il dovere giuridico singolo si diluisce e si fonde nel dovere di tutti e la posizione giuridica del singolo viene assoggettata
alla finanza pubblica e alla spesa pubblica.

Si dice chiaramente e senza giri di parole che la Costituzione Italiana ripudia la concezione di finanza neutrale e si apre al modello della finanza funzionale.

Su questo concetto gli economisti e i costituzionalisti inventano, successivamente,
svariati meccanismi di assoggettamento con l'asserzione che è la finanza funzionale che deve rimuovere gli ostacoli economici, che a loro volta impediscono e limitano la libertà e l'eguaglianza dei singoli e lo sviluppo della persona umana.

Penso che queste opinabili interpretazioni di parte, che non contemplano
le corrette conclusioni a cui oggi hanno portato gli studi sullo sviluppo umano, hanno indottrinato le menti più volubili, come avviene ad uno specchio per le allodole <<Questo detto viene usato per indicare tutto ciò che serve per ingannare gli ingenui con lusinghe o prospettive allettanti>>.

Da tutto quello che emerge dalla presente disamina si può dire che:

i personaggi dominanti nel secondo dopoguerra non avevano realizzato una struttura morale sufficiente, in grado di consentire loro di essere nelle condizioni di porre le basi per una buona costituzione.
Questa mia osservazione nasce da un'analisi libera da preconcetti e da obblighi di asservimento acritico allo schema costituzionale che oggi stiamo vivendo.

Per quello che io comprendo, così come è stata concepita e predisposta la Costituzione Italiana, rappresenta una <<non scelta> ed un appiattimento e adattamento ad uno schema del passato, con parvenza di innovazioni, che di fatto sono vuote.

Questa mia modesta opinione è confermata anche da svariati economisti e da molto tempo.

Purtroppo, un altro dato più rilevante e obiettivo, <<della mia modesta opinione>>, è la situazione reale che questa impalcatura normativa ha prodotto, che è sotto gli occhi di tutti:

     - Corruzione dilagante e continua, sopratutto nelle istituzioni;

     - Mancanza effettiva di eguaglianza;

     - Impoverimento economico e morale della popolazione.

Queste mie affermazioni trovano pieno riscontro nel fatto che in Italia oggi, molte strutture pubbliche impongono, attraverso meccanismi subdoli e costrittivi, pesi sporchi alla popolazione.

Si manifestano così comportamenti spregiudicati e disonesti attraverso un interpretazione malsana dei regolamenti, che l'impalcatura legislativa consente, fino al punto che singoli operatori tributari multano per migliaia di euro modesti commercianti, artigiani e autonomi lavoratori per sciocchezze e banalità,
oppure inducono al suicidio con multe assurde anche semplici persone che non riescono a mandare avanti la loro famiglia.

Inoltre, in altre situazioni, ancora, si verificano casi in cui vengono sequestrate e messe in vendita le abitazioni principali di famiglie con reddito modesto, solo perchè non sono riuscite a chiudere velocemente i loro piccoli debiti di poche migliaia di euro.

Lo stesso avviene per le piccole aziende, alle quali gli enti coattivi costruiti da questi governi miserevoli
e dai loro funzionari degenerati, impongono ogni sortà di crudeltà.

In conclusione, penso si possa tranquillamente dire che la costituzione Italiana fino ad oggi è stata usata dai vari governi succedutisi nel dopoguerra in modo anomalo e tortuoso.
Questo uso spregiudicato ha prodotto una frattura ed uno sbilanciamento continuo tra eguaglianza e solidarietà, ha letteralmente generato una cultura sociale monolitica, monodimensionale e di parte, che sta continuamente diminuendo il valore democratico della repubblica e della costituzione stessa.

Ora, la mia opinione è che, La Costituzione Italiana e gli altri tipi di Costituzioni utilizzate in questo pianeta, nella loro impalcatura, contemplano un linguaggio pericoloso, che in modo subdolo produce l'induzione alla schiavitù e spinge l'individuo a diventare un fuorilegge. (Devo, comunque dire, che questo avviene per la fragilità mentale dell'uomo, che, nelle condizioni attuali di debolezza ed inconsapevolezza, è facile preda di condizionamenti ed influenze di ogni genere).

E' accaduto
, che espressioni della Costituzione, come la seguente:

   ART. 54. Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge.

Hanno creato le condizioni secondo la quale un uomo viene posto dalla legge in condizioni di superiorità rispetto ad ogni altro uomo, contravvenendo al seguente principio:

- Nessun uomo deve essere posto dalla legge in condizioni di inferiorità rispetto ad ogni altro uomo.

Infatti, con tale espressione qualsiasi funzionario pubblico viene autorizzato <<dalla legge>> ad esercitare una superiorità verso gli altri uomini -(Penso che in condizioni normali, questo non dovrebbe avvenire, ma, oggi è ciò che, comunemente, avviene)-.

In tale modo <<senza una corretta impostazione dei propri doveri e dei propri diritti>> nell'espressione legislativa, ogni pubblico funzionario può praticare e anche giustificare eventuali propri difetti e proprie meschinità.

- (A mio avviso è da notare che con l' << indeterminato >> dovere di adempierle con disciplina, senza alcuna citazione di diritti, ma con la sola espressione: <<dei casi stabiliti dalla legge>>; che nel nostro quadro istituzionale, oggi, è letteralmente: tutto e il contrario di tutto, vengono permessi e perpetrati abusi e corruzioni di ogni genere. -

Questa è una cosa, che accade, di frequente e senza freni.

Quindi, attualmente, un funzionario pubblico <<secondo le proprie inclinazioni>> così programmato e motivato nello schema istituzionale, può, anche, praticare solo imposizioni nella migliore delle ipotesi,
ma anche violenze, quando non è riuscito a costruire e risvegliare, in se, valori sani durante la sua crescita e la sua educazione.

Nel nostro attuale contesto storico qualsiasi generica espressione nella costituzione è destinata a generare ingiustizie.
Infatti, nella civiltà attuale, mancano le basi della consapevolezza e le persone ancora non sanno, non sono consapevoli e non sono in grado di affermare

- ciò che è personale ( PROPRIO CORPO - IO ECC. ) e ciò che non è personale ;
- ciò che è
relativo ( PARENTI - GENITORI ECC. ) e ciò che non è relativo ;
- ciò che è
oggettivo ( COSE - OGGETTI ECC. ) e ciò che non è oggettivo ;
- ciò che è
proprio e ciò che non è proprio;
- ciò che si
può dare e ciò che non si può dare;
- ciò che si può
ricevere e ciò che non si può ricevere;
- ciò che si può
restituire e ciò che non si può restituire;
- ciò che si
possiede e ciò che non si possiede;
- ciò che è
privato e ciò che è pubblico;

Ecco perchè è necessaria un'impalcatura costituzionale semplice e, <<il più possibile>>, precisa, sopratutto, al fine di evitare che persone dalla mente debole possano interpretare male o riempire con concetti deleteri i vuoti legislativi.

Espressioni costituzionali generiche o incomplete come le seguenti:

Art. 14.
Il domicilio è inviolabile.
Non vi si possono eseguire ispezioni o perquisizioni o sequestri, se non nei casi e modi stabiliti dalla legge secondo le garanzie prescritte per la tutela della libertà personale.
Gli accertamenti e le ispezioni per motivi di sanità e di incolumità pubblica o a fini economici e fiscali sono regolati da
leggi speciali.   

Art. 41.
L’iniziativa economica privata è libera.
Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.
La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali

Art. 44.
Al fine di conseguire il razionale sfruttamento del suolo e di stabilire equi rapporti sociali,
la legge impone obblighi e vincoli alla proprietà terriera privata, fissa limiti alla sua estensione secondo le regioni e le zone agrarie, promuove ed impone la bonifica delle terre, la trasformazione del latifondo e la ricostituzione delle unità produttive; aiuta la piccola e la media proprietà.
La legge dispone provvedimenti a favore delle zone montane.

hanno prodotto notevoli danni, mentre la parola imposizione <<a mio avviso, frutto delle menti deboli dei costituzionalisti>> ha generato una caterva di ingiustizie, fino a sconfinare nella rapina della proprietà privata e nell'istigazione al suicidio.

Altre espressioni costituzionali come le seguenti:

Art. 35.
La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni.
Cura la formazione e l’elevazione professionale
dei lavoratori.
Promuove e favorisce gli accordi e le organizzazioni internazionali intesi ad affermare e regolare i diritti del lavoro.
Riconosce la libertà di emigrazione, salvo gli obblighi stabiliti dalla legge nell’interesse generale, e tutela il lavoro italiano all’estero.
Art. 36.
Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa.
La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge.
Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi.


Art. 37.
La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l’adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione.
La legge stabilisce il limite minimo di età per il lavoro salariato.
La Repubblica tutela il lavoro dei minori con speciali norme e garantisce ad essi, a parità di lavoro, il diritto alla parità di retribuzione.


Art. 43.
A fini di utilità generale la legge può riservare originariamente o trasferire, mediante espropriazione e salvo indennizzo,
allo Stato, ad enti pubblici o a comunità di lavoratori o di utenti determinate imprese o categorie di imprese, che si riferiscano a servizi pubblici essenziali o a fonti di energia o a situazioni di monopolio ed abbiano carattere di preminente interesse generale.

Art. 46.
Ai fini della elevazione economica e sociale del lavoro
in armonia con
le esigenze della produzione, la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi, alla gestione delle aziende.

<<potevano almeno scrivere: le esigenze delle popolazioni>> (nota personale Domenico Stamati)

dovrebbero aver contribuito a creare la mente del perfetto lavoratore, ovvero la creazione di una classe sociale, in evidenza e probabilmente anche in contrapposizione o in subalternità con altre ipotetiche caste.

Bisogna, inoltre rilevare, che, purtroppo la mancanza di struttura morale nelle classi dirigenti di questo pianeta e la loro mala fede, non aveva e ancora non ha intenzione di mettere in pratica, concetti elementari che noi, semplici abitanti e cittadini, abbiamo da tanto tempo raggiunto, grazie alle notevoli presenze storiche che si sono succedute in questo mondo.

Ricordiamo Giuseppe Mazzini, che le classi dirigenti italiane anno ignorato e continuano ipocritamente caparbiamente ad ignorare, ancora oggi.

Mentre va sottolineato che se negli anni del dopoguerra non ci fossero stati gli uomini di Roosvelt in Europa e nel mondo, anche noi in Italia, nella nostra carta costituzionale, molto probabilmente, avremmo inserito solo concetti schifosi ed impositivi come il seguente :

Art. 44.
Al fine di conseguire il razionale sfruttamento del suolo e di stabilire equi rapporti sociali, la legge impone obblighi e vincoli alla proprietà terriera privata, fissa limiti alla sua estensione secondo le regioni e le zone agrarie, promuove ed impone la bonifica delle terre, la trasformazione del latifondo e la ricostituzione delle unità produttive; aiuta la piccola e la media proprietà.
La legge dispone provvedimenti a favore delle zone montane.

Oppure :
concetti di indottrinamento sociale, che, come abbiamo già detto: creano solo
      <<la ipotetica mente>> del perfetto lavoratore.

Quindi, come ognuno può vedere, a scanso di equivoci, e perchè nessuno dei politici italiani si vanti o possa pensare di avere un qualche merito di miglioria costituzionale,
                                                                      a conferma di ciò che dico
allego la formulazione della seconda Carta dei Diritti presentata da Franklin Delano Roosvelt e ancora a tutt'oggi completamente disattesa.

Franklin Delano Roosvelt    -    ( la seconda carta dei diritti )

Ai giorni nostri alcune verità economiche

sono state accettate come evidenti.

Una seconda Carta dei Diritti,

sulla quale si possa fondare una nuova base di sicurezza e prosperità,

a prescindere da condizioni sociali,

razza o religione.

Fra questi, c’è il diritto

ad un lavoro utile e remunerativo,

il diritto a guadagnare abbastanza

da permettersi dignitosamente cibo,

vestiario e svago.

Il diritto di ogni agricoltore di coltivare e vendere i suoi prodotti ad un guadagno che dia, a lui e alla sua famiglia, una vita adeguata.

Il diritto di ogni uomo d’affari, grande o piccolo, di esercitare il commercio in un atmosfera di libertà.

Libertà da concorrenza sleale e dal dominio di monopoli in patria e all’estero.

Il diritto di ogni famiglia ad una casa decorosa.

Il diritto ad una adeguata assistenza sanitaria e l’opportunità di raggiungere e godere una buona salute.

Il diritto ad una adeguata tutela dai timori economici dovuti ad anzianità, malattia, incidenti e disoccupazione.

Il diritto ad una buona istruzione

Tutti questi diritti significano sicurezza.

E quanto sarà vinta questa guerra,

dobbiamo essere preparati ad andare avanti e ad introdurre questi diritti, per nuovi scopi della felicità umana e del benessere.

Perché se non c’è sicurezza qui in patria, non può esserci una pace duratura nel mondo.

Stamati Domenico Basile